[MILANO]
Chiara Enzo è una giovane artista veneziana. Comincia a esporre dal 2018, appena uscita dall’Accademia, con la Fondazione Bevilacqua La Masa. Si afferma esponendo in Biennale Arte nel 2020 con Conversation Piece. “Ho preso spunto dalla modalità di rappresentazione del Settecento/Ottocento -spiega Enzo – dei ritratti di famiglia, volendo evocare la familiarità tra loro, pezzi di qualcosa”. Dettagli di corpo che comunicano in modo peculiare come un gruppo di famiglia.
E ora Chiara ricomincia, o meglio continua, da Zero a Milano.
Le Viscere di Enzo spiccano per il loro apparire “minus” in un luogo “plus”. L’allestimento in questo enorme spazio espositivo su due piani dà ancora più potenza all’impatto con i lavori: in questo caso ogni tela/miniatura – una dozzina in tutto – non supera i 20/25 centimetri di grandezza. Ogni quadro mostra una parte, il dettaglio di un corpo:
Le dimensioni sono piccole perché mi interessa fare un lavoro sul concetto di frammento – spiega Chiara Enzo – e non voglio che il l’opera si imponga su chi guarda. Il lavoro in sé deve attrarre il visitatore e permettergli di interpretarlo come vuole, leggerlo facendo collegamenti soggettivi.
Infatti, è un’unica narrazione, senza fine, mai completa, continua l’artista.
Guardare il dettaglio di un arto, la sutura su un ventre, le vene di una mano, la pelle di un piede, un livido…non c’è dato sapere se il corpo è maschile o femminile. Il visitatore può “allargare” lo sguardo e immaginare una persona, un ambiente, una storia che faccia da cornice a quel dettaglio, oppure “interiorizzare” lo sguardo e approfondire nelle viscere, appunto.
Vedere un fuori ammaccato, o deteriorato, o debilitato per trovarsi in un dentro con debolezze, esilità, gracilità… Sta allo spettatore decidere cosa vedere e cosa sentire che si rispecchi nella storia del sé, del personale.
Il mio lavoro è molto incentrato sullo scoprire, sullo spogliare – insiste l’artista – e c’è sempre una certa violenza in questo gesto. Mi sono permessa di spingermi un po’ oltre e quello che emerge è la fragilità dei corpi in cui ci ritroviamo a vivere che si relazionano con le fragilità dentro di noi, quelle che non esponiamo.
La tecnica di Enzo è mista: base pittorica, gran parte a secco e matite colorate su carte sempre diverse, scelte con cura a seconda di ciò che rappresenteranno. I dettagli sono curati al microscopio per poi mostrare lavori volutamente ambigui, con poche informazioni, il taglio dell’immagine è cercato in modo che sia lo sguardo dello spettatore a decidere se e in che direzione andare.
Enzo mette a nudo il corpo per farci vedere le nostre ammaccature interne, ma solo se lo vogliamo.
Ne risulta un’opera potente, degli spicchi di realtà spesso inquietante, che non lascia indifferente, perché costringe il visitatore ad avvicinarsi inizialmente per vedere bene, per capire, e poi ad allontanarsi se vuole dare il proprio contesto al particolare suggerito.
Chiara Enzo mette a nudo il corpo per farci vedere le nostre ammaccature interne – le nostre viscere? -, ma solo se lo decidiamo noi.
A ognuno la libertà di scegliere, ma la mostra a Milano, piccola e grande insieme, è un must per chi crede che valga la pena attraversare un tunnel per scorgere la luce.
Chiara Enzo – Viscere
6 dicembre 2023 – 3 febbraio 2024
Consigliato chiamare per gli orari
ZERO…
Via Carlo Boncompagni 44
20139 Milano
info@galleriazero.it
+39 0245373992
L’articolo Nelle “Viscere” di te stesso proviene da ytali..