Con circa quindicimila copie vendute nell’area di Venezia e Mestre, con un aumento il primo giorno del +47 per cento sulle vendite del giornale a cui era accluso e del +32 per cento il secondo giorno, il successo di Palude Venezia va ben oltre la dimensione “editoriale”. Come tutte le ben riuscite inchieste giornalistiche, anche questa ha evidenti, forti riverberi. In questo caso riverberi politici sulla vita di una città dove è ancora viva, dieci anni dopo, la memoria della “Retata storica” sul Mose.
A un mese dalla pubblicazione del libro inchiesta distribuito in omaggio con la Nuova Venezia (9 e 10 agosto) i dati della sua distribuzione confermano la giustezza dell’intuizione del gruppo editoriale Nord Est Multimedia (NEM), che era quella di intercettare – e rispondervi – il forte disagio e sconcerto della cittadinanza veneziana di fronte a un’inchiesta giudiziaria che ha messo a soqquadro Ca’ Farsetti. L’instant book gratuito dà conto in modo molto preciso e chiaro della nuova inchiesta giudiziaria, coordinata dai pubblici ministeri Terzo e Baccaglini, che scuote i palazzi della politica veneziana.
I magistrati sono ancora al lavoro, ma non c’è bisogno di saltare alle conclusioni per cogliere già adesso la portata politica devastante sia dell’inchiesta stessa sia del suo considerevole rimbalzo mediatico sia, appunto, del successo di Palude Venezia.
Luigi Brugnaro, con le sue due ultime uscite pubbliche – alla Mostra del cinema e alla Regata storica – ha fatto chiaramente intendere che l’inchiesta della Procura non influirà in nessun modo sulla sua attività di sindaco, deciso a portarla a compimento. Sfiderà le probabili nuove contestazioni che inevitabilmente accompagneranno le sue iniziative pubbliche.
Come andrà avanti? Evidentemente nelle condizioni di un’anatra zoppa. Potrà abbarbicarsi dove e finché vuole, ma come chi ha perduto del tutto il nucleo vitale di qualsiasi attività umana, a maggior ragione di chi è nella politica ai massimi livelli e ricopre una carica di alto rilievo come quella del sindaco di una città importantissima: la credibilità. La credibilità, l’ha perduta, Brugnaro. Si è volatilizzata e non potrà riacchiapparla.
Il grande successo editoriale di Palude Venezia dovrebbe, lui per primo, leggerlo come un chiaro dato politico, che dovrebbe tenere nel massimo conto. Le quindicimila copie acquistate in ediola e le tante passate di mano in mano, parlano di una cittadinanza particolarmente attenta e sensibile di fronte al processo di degrado politico ed etico della classe dirigente veneziana. Pertanto decisa a seguire ancora con interesse gli ulteriori sviluppi dell’inchiesta giudiziaria.
Potrà quindi, Brugnaro, trascinare il prosieguo della sindacatura, ma – come detto – nelle condizioni di un’anatra zoppa, in affanno nel suo incedere e in uno stato di vulnerabilità e di esposizione soprattutto al fuoco amico, ostaggio di “alleati” che lo terranno in piedi finché farà loro comodo, finché vorranno loro, finché non avranno trovato un’alternativa.
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