Ci ricordiamo bene che siamo stati fra i primi a dichiarare, di fatto, conclusa la carriera di Paul Pogba. E ci ricordiamo anche che abbiamo stigmatizzato non poco certi suoi comportamenti: dalla scelta di abbandonare la Juve nel 2016 per trasferirsi al Manchester United, in una delle fasi di maggior decadenza dei red Devils, all’atteggiamento non sempre professionale che ha dimostrato al ritorno a Torino. Poi è arrivata la squalifica per doping e ci sembrava davvero che il Polpo, come veniva affettuosamente soprannominato, fosse ormai finito. Ora la squalifica gli è stata ridotta da quattro anni a diciotto mesi, pertanto nel prossimo mese di marzo potrà tornare in campo.
Lui si dichiara pronto, ha rilasciato, giovedì scorso, un’intervista alla Gazzetta nella quale ha affermato di voler solo giocare e di essere un uomo diverso rispetto a prima e ci viene quasi voglia di accettare la sfida. Se fossimo i dirigenti della Juve, lo metteremmo alla prova, magari offrendogli un contratto minimo ma non rinunciando alla voglia di riscatto di un simile campione. Perché Pogba, quello vero, è stato e potrebbe essere ancora un fuoriclasse. Raramente infatti si sono visti, nel panorama calcistico europeo, centrocampisti così forti e completi. Non ci dimentichiamo che si è laureato campione del mondo con la Francia nel 2018 e che nei primi anni alla Juve abbiamo gridato al miracolo. Ora, è vero che di fesserie ne ha combinate tante, e siamo stati i primi a farle notare, ma è altrettanto vero che, forse, merita un’ultima occasione, mettendolo di fronte al fatto che non ne avrebbe altre qualora dovesse fallire ulteriormente.
Non sappiamo perché, ma ci frulla in testa l’idea che abbia capito di aver sbagliato quasi tutto dal 2016 in poi. E l’annuncio di sentirsi ancora un giocatore della Juve, di voler provare a convincere Thiago Motta e la società a puntare ancora su di lui e, soprattutto, di essere disposto a tagliarsi l’ingaggio pur di tornare a giocare ai massimi livelli ci danno l’impressione di un ragazzo diverso da quello un po’ spaccone che abbiamo visto all’opera in precedenza. Noi, come detto, lo riprenderemmo a bordo. Qualora dovesse buttarsi definitivamente via, difatti, la Juve non avrebbe problemi ad andare avanti col progetto che ha intrapreso negli ultimi mesi. Ma qualora il Polpo dovesse metterci l’anima e risorgere dalle proprie ceneri, un centrocampo con lui al centro diventerebbe uno dei più competitivi d’Europa.
Sceglieranno, per una volta, il cuore anziché i libri contabili? Saranno in grado di fare con Pogba ciò che Bearzot fece con Pablito? La Juve degli Agnelli, probabilmente, lo avrebbe fatto; in questa ripongo poche speranze. E allora mi auguro che il nostro possa trovare gloria da qualche altra parte, rimanendo nel calcio vero, senza trasferte esotiche in campionati fasulli, per dimostrare a chi, come noi, ha dubitato del suo valore e della sua integrità di esserci sbagliati. Sarebbe la sua vittoria più bella e non avremmo alcun problema a chiedergli scusa e a dirgli: bentornato! Anzi, sportivamente parlando, non aspettiamo altro. Forza e coraggio!
L’articolo Perché credere ancora in Pogba proviene da ytali..