Vi presentiamo una selezione delle più belle frasi tratte dalle canzoni di Alessandro Mannarino, uno dei cantautori romani più amati.
Nel panorama della musica italiana contemporanea, un nome che ha saputo guadagnarsi un posto di rilievo grazie a un percorso artistico autentico e ricercato è senza dubbio quello di Alessandro Mannarino.
Con l’uscita del suo primo album “Bar della rabbia” nel 2009, questa voce inconfondibile della capitale ha iniziato a tessere una narrazione intima e coinvolgente, che si è evoluta e arricchita nel corso degli anni, attraverso la pubblicazione di 5 album in studio e uno dal vivo. Di seguito vi presentiamo una selezione delle più belle frasi tratte dalle sue canzoni.
Frasi tratte dalle canzoni di Alessandro Mannarino
Dopo il successo iniziale, Mannarino ha proseguito il suo cammino artistico con l’album “Supersantos“, un progetto che ha confermato il suo talento. Il successo è poi continuato con “Al monte” e “Apriti cielo“, entrambi accolti con entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico. Ecco una selezione delle frasi più belle tratte dalle sue canzoni:
Quando io sono solo con te | sogno immerso in una tazza di tè. Ma che caldo qua dentro! Ma che bello il momento! Quando sono con te non so più chi sono perché crolla il pavimento e mi sciolgo qui dentro. Quando penso a te mi sento denso perché io ti tengo qua dentro di me, io ti tengo qua dentro con me. (Me so’ mbriacato)
Quando io sono solo con te io cammino meglio perché la mia schiena è più dritta, la mia schiena è più dritta. Quando sono con te io mangio meglio perché non mi devo sfamare, non mi devo saziare con te (Me so’ mbriacato)
Svegliatevi italiani, brava gente, qua la truffa è grossa e congegnata, lavoro intermittente, solo un’emittente, pure l’aria pura va pagata. (Svegliatevi Italiani)
E la poesia, cosa leggera, persa nel vento s’è fatta preghiera. (Svegliatevi Italiani)
Giovanni grida solo per la via: “Fermatevi parliamo di poesia” ma tutti vanno avanti contano i contanti minaccian di chiamar la polizia. (Svegliatevi Italiani)
E trovandosi sotto il giudizio né di un Dio né di un tribunale disse vino al vino pane al pane… era meglio andare a puttane! (Le cose perdute)
Nella giungla scomposta del letto una donna senza un difetto si incastrò dentro ad una ruga, scelse la morte come unica fuga. (Le cose perdute)
So na montagna… se Maometto nun viene, mejo… sto bene da solo, er proverbio era sbajato! (Il bar della rabbia)
So er giro a voto dell’anello cascato ar dito della sposa che poi l’ha raccorto e me l’ha tirato e io je ho detto: “Mejo… sto bene da solo…” Senza mogli e senza buoi, e se me libero pure dei paesi tuoi sto a cavallo, e se me gira faccio fori pure er cavallo… tanto vado a vino, mica a cavallo! (Il bar della rabbia)
So er buco nero der dente cascato ar soriso del fortuna e la cosa più sfortunata e pericolosa che m’è capitata nella vita è la vita, che una vorta che nasci, giri, conosci, intrallazzi ma dalla vita vivo nunne esci… Uno solo ce l’ha fatta, ma era raccomannato. Io invece nun c’ho nessuno che me spigne… Mejo… N’ se sa mai… visti i tempi! (Il bar della rabbia)
Ma mo che viene sera e c’è il tramonto io nun me guardo ‘ndietro… guardo er vento. Quattro ragazzini hanno fatto n’astronave co ‘n po’ de spazzatura vicino ai secchioni, sotto le mura dove dietro nun se vede e c’è n’aria scura scura. Ma guarda te co quanta cura se fanno la fantasia de st’avventura, me mozzico le labbra, me cullo che me tremano le gambe de paura poi me fermo e penso: “Però che bella sta bella fregatura…” (Il bar della rabbia)
Venga l’amor o la rovina che nel vento va. (Tevere grand hotel)
Ho tagliato le mie unghie e c’ho fatto una lametta, la lascio sopra al cesso che ti possa depilare da quando non ti amo la tua pelle è ormai sospetta, t’è cresciuto forte il pelo sullo stomaco e sul cuore e ti dà tanto dolore (Scetate vajò)
Ho tagliato le mie vene e c’ho fatto una tintura, la lascio sulla vasca che ci possa colorare. Da quando non ti amo la tua veste è sempre scura, i tuoi abiti sono neri come corvi sopra bare, stanno sempre a gracchiare. (Scetate vajò)
Amure mio, ‘a vita è n’estate lassa stari i corvi lassù, ca non c’è Dio ma c’è un cantu di streghe e n’tu lettu c’è un diamante che ho nascosto e u poi pigghiari sulu tu. (La strega e il diamante)
Ho capito tutto! E ogni sera desso, faccio quel che faccio, ogni volta cambio faccia e ogni volta cambio nome, una notte sono agnello una leone. (La strega e il diamante)
Signori miei, io nun posso piagne per questioni di sicurezza nazionale. Che se me metto a piagne io… Se io me metto a piagne… Se io me metto a piagne, io… S’allagherebbe tutta Roma, te porterei in gondola a piazza Navona… S’allegherebbe pure er deserto e la Sfinge nuoterebbe in mare aperto… S’allagherebbe l’universo, er firmamento brillerebbe da sommerso… S’allagherebbe er paradiso cor pianto mio… E so’ ‘n pagliaccio, mica Dio. (Il pagliaccio)
Ti ho dato il mio cuore un bel giorno e non ha più fatto ritorno, in cambio mi hai dato erbe amare ed io le ho volute mangiare. Dei miei occhi hai preso il bagliore, uno specchio per vederti migliore, in cambio mi hai dato il veleno e un dolce di spine ripieno. ( L’amore nero)
C’ho creduto come una preghiera che un amore è una primavera, ho tremato di gelo e d’assenzio nel mare nero del tuo silenzio. (L’amore nero)
Per una notte di vino pagherò cento giorni d’aceto. (L’amore nero)
Alessandro Mannarino
Frasi di Alessandro Mannarino
L’ultimo lavoro in studio, “V“, pubblicato nel 2021, rappresenta un ulteriore passo avanti nella ricerca musicale e poetica di Mannarino. Il successo di questo album viene confermato dal posizionamento in cima alle classifiche di vendita.
Nel gennaio 2020, Mannarino diventa il primo artista italiano contemporaneo a esibirsi al prestigioso musée d’Orsay di Parigi, un riconoscimento che sottolinea ulteriormente il suo valore artistico e il suo impatto culturale oltre i confini nazionali. Ecco un’altra selezione di frasi tratte dalle sue canzoni:
Nell’edera è l’inganno dell’estate e il vento che sa tutto passa e va porta via le lacrime alle spose fra le baracche di questa città. (Rumba Magica)
O mammà come se fa? Ce dicono de vive da morti, pe’ poi resuscità. (Serenata lacrimosa)
Ar fiume c’è chi va controcorente, c’è chi c’ha troppo e chi non c’ha più niente, chi beve nella fogna e chi alla fonte, chi se regala un bacio e chi un diamante, c’è chi se sposa e c’è chi fa l’amante… (Serenata lacrimosa)
Solo me chiedo perché | sto così bene co’ te, | io che non ho paura nella notte scura a fa risse, guerre, scommesse, mille schifezze tremo tremo forte fra le tue carezze. (Statte zitta)
Amore in fondo la vita mia è una bottiglia che se scola e non me serve fra le lenzuola chi me consola. Me ne andrò su una barca che vola, me ne andrò ma non resterai sola (Statte zitta)
Quando l’amore se ne va partono le rotelle i letti so barelle vendono le stampelle se spaccano le bielle e non c’è niente da fa’ a piedi a casa devi ritorna’. (Quando l’amore se ne va)
C’è chi ha detto qui non va pe niente, gliel’ha strillato in faccia a un governante e adesso sta in un centro per la mente. (Serenata silenziosa)
C’è chi ha detto basta, adesso è troppo mo me riposo poi domani lotto s’è risvejato che era tutto rotto. (Serenata silenziosa)
E fu amore e fu rivoluzione. (Maddalena)
Giuda e Maddalena stanno insieme e girano nascosti fra la gente e vanno al fiume a far l’amore su una barchetta che va controcorrente. (Maddalena)
E in questa strada sporca come il mondo quanto è bello camminar. (Marylou)
Era un merlo rosso e cantava solo per sé, ma poi un giorno m’ha vista piangere, e le mie labbra avevano da bere solo lacrime turbo diesel nere. (Merlo rosso)
C’era una rosa che stava per morire, e un merlo rosso vedendola che fa, prende una spina, su di lei si china e col suo sangue le toglie la rovina, la porta in dono a una ragazza pazza, che aveva perso gli occhi in una nottataccia. (Merlo rosso)
Le lacrime dell’inferno servono a qualcosa nutrono la terra, fan crescere una rosa, guardatela è tornata, ha gli occhi sopra il viso, la rosa nelle mani le riportò il sorriso, le riportò il sorriso. (Merlo rosso)
E fece finta di non avere mai avuto paura, fece finta di non avere mai amato nessuna. (L’onorevole)
E guardava dall’alto della sua fossa la gente che manifestava nella piazza e scorse fra la folla la sua amata con le lacrime in tempesta sopra il viso e quando vide che veniva calpestata non si scompose, ma abbozzò un sorriso. (L’onorevole)
Amore mio come farò, quest’inverno che t’ha gelato il sangue ti lusinga, amore mio ti seppellirò questa notte che m’ha coperto il volto ti contenta. (L’onorevole)
L’ultimo giorno dell’umanità, un uomo e una donna chiusero le tende e non curandosi più dell’aldilà riuscirono ad amarsi più teneramente. (L’ultimo giorno dell’umanità)
L’ultimo giorno dell’umanità, il terzo figlio trovò l’amore. Trenta euro per tre graffi sulla schiena e una moglie in un albergo ad ore. Intanto sul monte del Calvario smontavano le Croci, e ci nasceva un centro commerciale e due fiori che gridavano feroci. Il paradiso fu sul letto, l’eternità in un secondo. E così finì una storia da poco della fine del mondo. Andando per le strade si nasce e si muore. Io ti ho amata per sempre ti ho avuta per due ore. (L’ultimo giorno dell’umanità)