Dal 30 ottobre al 3 novembre si è tenuta a Lucca l’annuale edizione del Lucca Comics & Games, “The butterfly effect”, la più grande fiera italiana del fumetto e della cultura pop. Nonostante il lieve calo rispetto all’anno precedente, i numeri dell’edizione 2024 testimoniano ancora una volta il successo straordinario della manifestazione. Seicentosessanta espositori presenti, provenienti da tredici diversi Paesi, quindicimila autori, novecento ospiti, più di millecinquecento appuntamenti e duecentosettantacinquemila biglietti venduti (se si pensa che il costo per ciascuno di questi parte dai venticinque euro, si parla di un incasso assicurato di quasi sette milioni) a cui vanno sommati i sedicimila accrediti per i professionisti.
Se il numero totale dei visitatori, compresi i senza biglietto, rimane ancora per gli organizzatori “incalcolabile”, si può invece misurare la massiccia presenza anche da remoto che ha caratterizzato il festival, con oltre quattrocentomila visualizzazioni e centocinquantamila spettatori unici che hanno seguito il Lucca Comics sulla piattaforma streaming di Twitch.
Il quarto giorno della manifestazione, ovvero quello che solitamente presenta l’affluenza maggiore, ci si è avvicinati al superamento degli ottantamila biglietti giornalieri venduti, ovvero il limite massimo stabilito dalle autorità per ragioni di sicurezza.
Per cinque giorni il centro storico di Lucca è stato invaso da una miriade di stand, padiglioni e mostre, mentre masse di visitatori, appassionati e, soprattutto, cosplayers (ovvero coloro che, semplificando molto, partecipano alla fiera travestiti, con costumi autoprodotti, dai propri personaggi preferiti, sfoggiando abilità talvolta straordinarie) si sono aggirati per le strade di una città in pieno fermento, diventata un tutt’uno con l’evento.
Un modello vincente
Il Lucca Comics & Games è una festa diffusa e bene studiata. Non è né troppo grande e dispersiva, né troppo piccola. La fiera, che occupa completamente il centro storico all’interno della celebre cinta muraria cittadina, può essere tranquillamente visitata nella sua interezza in una sola giornata, ma per potersi godere al meglio le molte conferenze, le presentazioni con gli autori e i firmacopie, spesso con file lunghissime, conviene pianificare una visita di un paio di giorni.
Anche i trasporti, spesso una nota dolente in eventi di questo tipo, risultano ormai completamente rodati ed estremamente efficienti. La stazione ferroviaria è vicinissima al centro, mentre per chi decide di venire in auto il parcheggio può essere prenotato già prima della partenza, in modo da evitare inutili ingorghi nella disperata ricerca di un posto dove lasciare la propria macchina. Per il resto la città, escludendo ovviamente i residenti, diventa una grande isola pedonale, con frequenti servizi di navette che collegano il cuore del festival ai padiglioni più periferici.
La fiera si fonde quindi perfettamente con Lucca. Persino le chiese diventano sedi espositive, come nel caso della meravigliosa mostra per i cinquant’anni del gioco di ruolo di “Dungeon & Dragons”, che è stata collocata nella suggestiva cornice della Chiesa dei Servi. Anche l’anfiteatro ha fatto da sfondo ad un grande padiglione di Netflix per pubblicizzare l’uscita dell’attesissima seconda stagione della serie tv di “Squid Game”. Per chi ne conosce la trama, senza dubbio una scelta di location azzeccata!
Sebbene l’accesso ai padiglioni dei vari espositori sia legato all’acquisto del biglietto d’ingresso, le mostre sono invece libere e totalmente gratuite, contribuendo a coinvolgere la cittadinanza che, nonostante alcuni ovvi disagi logistici, specie per chi abita in centro, non sembra in realtà scontrarsi con l’invadente presenza di una delle più grandi fiere del fumetto d’Europa. Non è raro vedere famiglie che, approfittando dell’evento, passeggiano per una Lucca in festa, con i genitori che spesso accompagnano i figli a scoprire quella cultura pop anni Settanta e Ottanta con la quale sono cresciuti. Anche per ristoranti, pub e alberghi l’incasso è garantito, con hotel quasi pieni in tutta la provincia.
Certo, critiche e contestazioni non sono ovviamente mancate. Proprio durante il tardo pomeriggio del 30 ottobre 2024, il giorno dell’inaugurazione di quest’ultima edizione, è infatti apparsa sui muri della stazione ferroviaria, da mano ignota, la scritta: “Boycott Lucca Comics”. Anche i numerosi crash del sistema di prenotazione per eventi e firmacopie, oltre a numerosi episodi di bagarinaggio, hanno tormentato le ultime due edizioni del festival. Nel 2023 invece “Il Post” aveva sottolineato nel suo reportage l’ormai impossibilità di continuare a svolgere un evento di simili dimensioni in un capoluogo di provincia medio-piccolo come Lucca, a causa dei gravi problemi di sovraffollamento nei giorni di massima affluenza.
A tali dinamiche prettamente “logistiche” si uniscono poi le polemiche sociopolitiche che ultimamente aleggiano attorno al festival. Si pensi ad esempio alle critiche e ai boicottaggi del 2023 a causa del patrocinio israeliano all’evento o le “prese in giro” che sono piovute quest’anno sulla scelta del Vaticano di sfruttare la fiera per promuovere “Luce”, la nuova mascotte in stile anime della Chiesa cattolica.
La lezione di Lucca
Nonostante le ovvie controversie, normali per eventi di una simile portata, quella del Lucca Comics è senza dubbio una formula vincente e ben consolidata, la quale contribuisce enormemente a rafforzare un settore, quello del fumetto e del pop, che, anche in Italia, non sembra conoscere crisi. La domanda quindi che un veneziano in visita a Lucca potrebbe porsi è: questo modello di festa diffusa, già ampiamente sperimentato in passato proprio in Laguna, sarebbe applicabile, in una qualche misura, anche a Venezia?
Di fronte ad un interesse sempre maggiore da parte del pubblico, una città d’avanguardia in campo artistico, sede di un’istituzione storica come la Biennale, può ancora permettersi di ignorare un media come il fumetto, dal valore artistico ormai universalmente riconosciuto? Specie a Venezia, la quale ha dato i natali a grandi nomi del fumetto italiano come Hugo Pratt, padre di “Corto Maltese”, i fumettisti Disney Romano Scarpa e Giorgio Cavazzano o artisti che a questa città si sono in qualche modo legati, come Manuele Fior e Lorenzo Mattotti, già autore della locandina per l’ottantunesima Mostra del cinema di Venezia.
Certo, a Forte Marghera si tiene già annualmente il Venezia Comics, una fiera locale quest’anno giunta alla sua undicesima edizione, tuttavia, qui si sta parlando di un evento più grande e dal respiro internazionale, che possa sfruttare il palcoscenico artistico fornito da Venezia, coinvolgendo, perché no, anche la Biennale, che potrebbe così aggiungere il fumetto alle varie arti per le quali è già un’istituzione. Si porrebbero così le basi per un festival pop che possa portare grandi benefici non solo alle attività locali e alla cultura cittadina, ma anche alla fitta rete di autori più o meno indipendenti che vivono nel Nord-Est.
L’interesse per eventi di questo tipo c’è, anche nel nostro territorio, basta vedere le numerose fiere del fumetto locali come quelle di Treviso, San Donà o Padova, ciascuna delle quali tuttavia, se presa singolarmente, troppo “piccola” per creare un evento che possa realmente fungere da fulcro per la cultura popolare di questa regione. Perché non pensare ad uno sforzo comune, a livello regionale o addirittura di Triveneto, per coinvolgere e far convergere le capacità e le potenzialità di una così fitta rete di appassionati in un grande e prestigioso evento culturale?
Certo, nel caso di Venezia i problemi logistici e di trasporto sarebbero sicuramente evidenti, a cui dovrebbe poi aggiungersi la sempre fittissima massa di turisti che già invade il centro storico, ma la presenza della Biennale, la nomea artistica della città, nonché la sua natura stessa di grande isola pedonale, la renderebbero sicuramente uno scenario suggestivo. Anche Padova, già sede dell’importante Scuola Internazionale di Comics, potrebbe risultare come una valida alternativa.
Due sono le lezioni più importanti che Lucca può insegnare a Venezia e al Veneto. La prima è che, quando si organizzano eventi di una simile portata, nulla è impossibile o troppo complesso e i problemi logistici possono essere superati con le giuste capacità organizzative e uno stretto supporto delle amministrazioni locali (che va al di là della questione politica, visto che l’attuale giunta lucchese è tutt’altro che di sinistra). La seconda è che la cultura, se resa popolare, uscendo dalla sua dimensione elitaria, proprio a Venezia fin troppo evidente, e mettendo il grande pubblico nelle condizioni di capirla e apprezzarla, può risultare anche un’enorme risorsa economica. Di cultura non solo si mangia, ma, nel caso di Venezia, questa può diventare anche il carburante per mettere in moto quell’industria culturale che può sostituire il turismo indiscriminato quale vera ricchezza per la città e i suoi abitanti.
Immagine di copertina: Locandina ufficiale del Lucca Comics & Games 2024 (da pagina Facebook ufficiale Lucca Comics & Games)
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