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Il 31 gennaio del 1981 moriva a Roma il poeta Leonardo Rocco Maria Sinisgalli. Saggista e critico d’arte italiano autentica voce della terra di Lucania. Noto come il poeta delle due muse per il fatto che in tutte le sue opere ha sempre fatto convivere cultura umanistica e cultura scientifica. Da molti definito “un Leonardo del Novecento” Sinisgalli continua ad essere una vera eccellenza culturale della terra di Lucania soprattutto per aver espresso una personalità poliedrica, curiosa insomma uomo ancora moderno nel panorama attuale. Poco incline al sentimentalismo, mai teso a raccontare le proprie emozioni, Sinisgalli ha espresso una poesia fatta soltanto da un insieme di “numeri reali” e di “numeri immaginari” con qualche tocco di immaginazione ma molto che appartiene al reale. I suoi componenti, le rime i versi raccontano da sempre la realtà quella vera e viva dei suoi paesaggi e del quotidiano. Per il poeta lucano fare poesia pare essere un motivo vero per riflettere sull’esistenza. Il periodo cosiddetto della contaminazione che avviene tra il 1953/1958, con il periodico di Finmeccanica “Civiltà delle macchine” è quello della svolta. La continua frequentazione di capannoni, industriali, tecnici, ingegneri permette a Sinisgalli di aumentare la sua attenzione per il dato scientifico trasformando suoi versi poetici in un valore di pieno tecnicismo. Un uomo di cultura impegnato a far dialogare scienza e poesia cercando di crearsi una doppia personalità culturale e che gli ha permesso di rientrare nelle correnti letterarie del tempo andando sottobraccio con scrittori e poeti come Salvatore Quasimodo, Mario Luzi, Alfonso Gatti. Poeta ingegnere che tra il periodo milanese (1948-1952), quello romano (1952-1963) è riuscito a trovare e comprendere una dimensione vera diventando un letterato raffinato creatore di una poesia dove si riesce a contemplare la propria vita da una distanza luminosa ma senza ignorare le pieghe riposte dall’esistenza. Una eccellenza lucana di grande respiro culturale i cui pensieri rappresentano per noi gente lucana pietre miliari della conoscenza della nostra meravigliosa terra. Per questo vale ancora la pena sfogliare due volumi “Il labirinto di Leonardo Sinisgalli”, scritti da Biagio Russo, già direttore scientifico della Fondazione Sinisgalli è ancora oggi anima pulsante di tutte le iniziative che riguardano il poeta – ingegnere. Poi un salto a Montemurro alla Fondazione andrebbe fatto per approfondire e conoscere particolari di un personaggio di cui ancora oggi la terra di Lucania ne sente la mancanza. Leonardo Sinsgalli è stato per molti un autore dall’ingegno versatile; per altri un genio della comunicazione. Come non ricordare che la nostra terra è entrata a far parte della letteratura grazie al grande uomo di Montemurro, ma anche grazie ad altri autori lucani, quali Albino Pierro e Rocco Scotellaro. Credo che il torinese Carlo Levi non si debba arrabbiare se così è stato, pur lanciando un pensiero per i suoi cinquant’anni dalla sua morte . La Lucania permettete si chiama Leonardo Sinisgalli.
Oreste Roberto Lanza
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