Con l’arrivo del nuovo anno, il mese di gennaio porta con sé la tradizione di rinnovare le proprie speranze e ambizioni. Al tempo, la frase «anno nuovo, vita nuova» rappresentava un mantra di ottimismo, eppure, attualmente essa configura una formula antica relegata alla dimensione proverbiale. Nel 2025 si cede il passo a una pratica maggiormente strutturata e intenzionale: il Manifesting, il pensiero magico affermativo che sta guadagnando terreno soprattutto tra le nuove generazioni segnando la fine della classica lista dei buoni propositi, potente strumento di autoaffermazione ora in fase di declino.
La lista, abc della classificazione e della catalogazione in grado di (ri)assegnare un posto a ogni cosa, è anzitutto in grado di mettere in luce un metodo: essa configura la sintesi di tutto ciò che ha portato, ma soprattutto porterà, alla realizzazione di un progetto, un’operazione definibile come tautologica nel suo registrare per filo e per segno le fasi di un proposito. La lista è sempre stata, in sostanza, un tentativo di catturare il futuro, un modo per concretizzare progetti e speranze in un formato che sembrava ordinato e facilmente raggiungibile. Enumerazione, principio matematico astratto in grado di designare una sequenza ordinata di elementi, la lista è, suo malgrado, intrinsecamente limitata e incompleta. Come sottolineato da Umberto Eco, pur essendo potenzialmente infinita in quanto comprensiva di un eccetera – divenendo in tal modo un tentativo poetico e utopico di afferrare ciò che non si conosce o rimane incomprensibile, suscitando «un piacere inquieto, che ci fa sentire la grandezza della nostra soggettività, capace di volere qualcosa che non possiamo avere» –, la lista è destinata a divenire obsoleta nel momento stesso in cui viene chiusa.
Apparentemente semplice ed efficace, la lista soffre della sua stessa rigidità, divenendo inattuale dinanzi all’incapacità di abbracciare la fluidità del pensiero, la continua evoluzione degli obiettivi e la complessità dei desideri e delle ambizioni contemporanee. Ecco dunque che la Generazione Z si trova protagonista di un vero e proprio slittamento concettuale: la lista dei buoni propositi cede il passo a una riscoperta del montaggio, soprattutto attraverso mezzi e strumenti specifici quali Vision Board e Mood Board, alleate del Manifesting e ancelle del Decluttering spirituale dell’Era TikTok.
La lista viene mantenuta esclusivamente nella definizione di una serie di azioni precise da effettuare prima e dopo l’inizio del nuovo anno: si tratta di operazioni di decluttering, termine che Urban Dictionary definisce come «to eliminate extraneous things or information» in relazione al luogo in cui ci si trova, sia esso fisico oppure digitale, al fine di giungere a un emotional decluttering in grado di liberare la mente e permetterci di (ri)cominciare da capo. Liberarsi di oggetti inutilizzati ed effettuare un decluttering digitale efficace, in grado di sgomberare il nostro spazio virtuale personale da contenuti inutili, vengono considerate azioni propedeutiche a ciò che configura il vero e proprio obiettivo del nuovo anno: il manifestare ciò che si vuole davvero.
Con il termine Manifesting si indica una forma di meditazione in grado di allenare la nostra mente al fine di raggiungere obiettivi specifici. La manifestazione si avvale dell’utilizzo di mantra positivi e della visualizzazione, la quale consente di creare un’immagine mentale chiara di ciò che si desidera, permettendoci di comprendere al meglio le nostre reali aspirazioni e immaginarci completamente immersi in una determinata realtà, vivendo come chi ha già raggiunto il traguardo. Il ruolo principale della manifestazione è dunque quello di favorire una buona predisposizione al progetto, cercando di convincere sé stessi di potercela fare, di poter indirizzare la realtà nella direzione dei nostri desideri. Stando a tali caratteristiche, il Manifesting può essere inserito all’interno del campo che la storica dell’arte e curatrice Valentina Tanni in Exit Reality. Vaporwave, backrooms, weirdcore e altri paesaggi oltre la soglia, edito da Nero Edizioni, definisce in quanto esoterismo memetico: è il pensiero magico del web, in grado di coinvolgere giovani e giovanissimi nella sperimentazione di tecniche meditative adiacenti alla manifestazione quali Reality shifting e Quantum jumping, basate sulla comune convinzione che la nostra mente, se adeguatamente allenata e stimolata, sia in grado di cambiare la realtà che ci circonda. Questi fenomeni, interamente incentrati sulla malleabilità del reale, si avvalgono di processi codificati: Tanni, ad esempio, rileva come il Reality Shifting – la volontà di trasportare la nostra coscienza dalla realtà tangibile a una realtà virtuale desiderata – si componga di uno scenario multilivello che dalla stimolazione sensoriale ascende verso la simulazione di ambienti e situazioni con l’ausilio di video ambience. Lo stesso può dirsi del Manifesting, in grado di fornire
obiettivi chiari, specifici e misurabili attraverso un utilizzo specifico delle immagini, le quali giocano un ruolo fondamentale.
Strumenti quali bacheche su Pinterest, Vision Board e Mood Board offrono un approccio dinamico e visivo alla crescita personale in grado di superare la staticità della lista tradizionale.
Come per il decluttering, anche in tal caso si segue un ordine specifico. In primo luogo, attraverso la Mood Board si individua un mood da seguire, una vibe, assegnando a una serie di immagini un fil rouge in grado di circoscrivere un aesthetic preciso. Seguendo le indicazioni di numerosi Tiktokers,si rileva come le fotografie e immagini utilizzate siano generalmente casuali: quest’ultime non corrispondono necessariamente a ciò che si vuole manifestare, bensì comunicano in maniera generica la vibrazione che si vorrebbe trasmettere, configurando un montaggio di facile realizzazione poiché maggiormente istintuale e meno legato alla riflessione e introspezione personali. Solo in seguito si realizza una Visual Board, lo strumento in grado di orientarci nella visualizzazione. A seguito dello stabilirsi di obiettivi circoscritti e specifici viene selezionato un numero limitato di immagini in grado di ricostruire il processo volto all’ottenere ciò che si manifesta. In breve, al contrario della Mood Board, la Vision Board è basata su intenzioni da trasformare in obiettivi specifici: le immagini vanno scelte con attenzione, in modo da rappresentare esattamente non solo ciò che si desidera ottenere, ma soprattutto il processo per giungere al nostro obiettivo.
In un’epoca in cui le dinamiche di crescita personale si fanno sempre più complesse, il Manifesting emerge dunque come uno strumento in grado di mettere a nudo l’asetticità della lista, avvalendosi di rituali specifici informati dalla performatività dilagante nel mondo del lavoro, dello studio, del self-care. Anno nuovo, un me stesso migliore: insaziabile, motivato, orientato al progetto, alla visualizzazione. Manifestare è come essere in grado di realizzare una magia: si visualizza un obiettivo, si pronunciano dei mantra, delle affermazioni positive in grado di attrarre a noi stessi ciò che l’universo ci ha sempre riservato e non siamo mai stati in grado di cogliere. Il montaggio di immagini trovate, infine, permette di suscitare determinate vibrazioni e stati d’animo facendo sì che ogni aspirazione non sia solo annotata, ma percepita, immergendosi in un continuo processo di trasformazione e realizzazione, affinché attraverso la potenza delle immagini e la forza del pensiero positivo il futuro non sia più solo da scrivere, ma da vedere e attrarre.
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