A dicembre 2024, tra i capoluoghi delle regioni e delle province autonome e tra i comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti, l’inflazione più elevata si osserva a Bolzano (+2,3%), Padova (+1,9%), Genova, Rimini e Trento (tutte e tre a +1,8%), mentre quella più contenuta si registra a Firenze, Aosta e Modena (tutte a +0,7%). Lo riporta Istat. Considerando le cinque ripartizioni geografiche, l’inflazione si attesta al di sopra del dato nazionale nel Nord-Est (stabile a +1,4%), è pari nel Centro (da +1,4% a +1,3%) e al Sud (stabile a +1,3%), mentre risulta al di sotto nelle Isole (in accelerazione da +1,1% a +1,2%) e nel Nord-Ovest (in rallentamento da +1,3% a +1,1%). Nel 2024, il rallentamento dell’inflazione si riscontra in tutte le ripartizioni geografiche e regioni.
Le aree che nella media d’anno evidenziano un’inflazione al di sopra del dato nazionale (1,0%) sono il Centro (+1,1%, da +5,7%) e il Nord-Est +1,1%, da +5,4%); al contrario, tassi di inflazione più moderati si registrano nel Sud (+0,9%, da +5,4%), nel Nord-Ovest (+0,8%, da +5,9%) e nelle Isole (+0,8%, da +5,8%). Sono sei le regioni (Veneto, Campania, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Toscana) nelle quali l’inflazione del 2024 risulta più ampia di quella nazionale; nelle restanti la crescita dei prezzi al consumo si attesta al di sotto.
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